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Profilo | ||
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Apparizioni | Digimon Tamers | |
Prima apparizione | Il potere di Dobermon | |
Età | 27 | |
Genere | Maschio | |
Nazionalità | Statunitense | |
Familiari conosciuti | Rob McCoy (padre) Madre Alice McCoy (figlia) |
Keith McCoy è un personaggio secondario in Digimon Tamers.
Caratteristiche[]
Keith è il padre di Alice McCoy e il figlio di Rob McCoy.
Keith è l'ideatore dei Digimon, anche se non ha collaborato alla loro creazione materiale, di cui si sono occupati suo padre e i Pionieri Digitali.
Etimologia[]
Keith è un nome di origine scozzese che significa "bosco" o "vento".
McCoy (マッコイ) è un cognome di origine irlandese, e significa "figlio del fuoco".
Storia[]
Keith nasce nel 1974, figlio di Rob McCoy. Nel 1984 i Pionieri Digitali avviano un esperimento all'università di Palo Alto per creare la vita artificiale. Non sapendo da dove iniziare per dare forma ai mostri artificiali, Rob si rivolge a Keith che inizia a inventare i "Digimon": ne disegna l'aspetto, dà loro un nome, ne stabilisce i livelli e le caratteristiche. I Pionieri Digitali, partendo dalle sue idee, inventano gli algoritmi per realizzarle. 1984 s3ep44
Dal momento che Keith inventa l'aspetto di tutti Digimon e non è distratto da altri elementi del progetto, è lui ad accorgersi della comparsa di un Digimon sconosciuto nel mondo digitale. Questo Digimon non combatte contro gli altri come richiede il modo in cui sono stati programmati, e sembra guardare verso lo schermo e verso il mondo reale. Quel Digimon più tardi bioemerge nel mondo reale e spaventa Daisy. 1984
Nel 1991 nasce sua figlia Alice.
Curiosità[]
- Un'illustrazione del libro Digimon Tamers 1984 indica che Greymon è stato inventato da Keith, ma l'illustrazione iniziale dello stesso libro lascia intendere che il Digimon che Keith non riconosce e che entra in contatto con Daisy sia proprio un Greymon. A volte Keith non può riconoscere le proprie creazioni a causa della resa in pixel troppo diversa dai suoi disegni originali, ma un vero Digimon dovrebbe assomigliare ai disegni di Keith. 1984